Project coaching: una leva per lo sviluppo organizzativo

Cambiamento, In Evidenza, Regia del Cambiamento

Le organizzazioni si stanno sempre più orientando verso il lavoro in team, per motivi tanto contingenti, come l’adozione massiva dello smart working a seguito del COVID19, quanto strutturali, quali l’evoluzione organizzativa verso il lavoro per progetti da una parte e la fortuna crescente di modelli organizzativi Agile e team centered come holacracy e simili o derivati dall’altra.
In questo contesto assume valore centrale per l’organizzazione non solo la capacità delle persone di lavorare in team, ma anche la capacità dei team di coordinarsi tra loro e il livello di performance raggiungibile dal team stesso: tutti fattori cui le organizzazioni non hanno in passato di regola conferito adeguata attenzione e che ora dunque al riguardo si trovano – per lo meno in moltissimi casi – impreparate.

Come rimediare? Una leva per sostenere uno sviluppo organizzativo basato sul lavoro dei team può essere il project coaching.

Il project coaching è una disciplina nuova ed antica al tempo stesso. Antica, perché da sempre esistono team di progetto – almeno dai tempi degli Argonauti – e nuova perché di fatto nelle organizzazioni ha appena cominciato a diffondersi in modo strutturato.

Il project coaching è di fatto un coaching, solo che invece di vertere su una persona verte su un team, e in modo più specifico rispetto al team coaching (altra disciplina molto “nuova”) si concentra ulteriormente sull’”oggetto” progetto, che è di regola un progetto aziendale, di business o di sviluppo organizzativo.

L’attività di project coaching si inserisce pertanto nel normale flusso del lavoro dell’organizzazione, con funzioni di potenziamento, facilitazione e sviluppo.
In pratica pertanto il project coaching aiuta un team (di solito interfunzionale) impegnato in un progetto (di solito strategico) a raggiungere l’obiettivo grazie al miglioramento delle prestazioni e ad un modo più efficace di lavorare insieme: si tratta di fatto di un mix di team coaching e project management dove i project coach (di regola due) hanno un occhio sui processi e sulle performance e uno sulle modalità di lavorare e relazionarsi dei membri del team. Il che non esclude – anzi di solito comporta – l’utilizzo di momenti formativi. Va sottolineato che, esattamente come nel coaching, il project coaching non prevede direttività da parte del coach (il project leader non è un project coach, benché dovrebbe essere anche questo), anche se la sua libertà di movimento è maggiore e può spingersi fino al sostegno diretto alla strutturazione dei processi organizzativi, come pure a momenti di coaching individuale e al suggerimento o strutturazione piuttosto che erogazione di pillole formative.
Abbiamo dunque tre grandi aree di lavoro per il project coaching:
1) le conversazioni di coaching, utili per riconoscere i problemi inerenti alla dinamica di team, fare emergere conflitti sottotraccia, evidenziare schemi ricorrenti, fare sense making e sostenere il cambiamento;

2) la facilitazione di processo, che riguarda l’identificazione delle priorità, dei problemi e degli ostacoli incontrati sul percorso del progetto, così come l’individuazione delle tentate soluzioni (P. Watzlawick) e delle opzioni possibili per le soluzioni, come pure la valutazione delle stesse e delle azioni messe in atto;

3) la formazione, che di regola è comportamentale, anche se può concernere anche lo sviluppo di abilità più tecniche (per esempio di project management), e può riguardare di volta in volta il feedback, la comunicazione, la gestione dei conflitti, del tempo, dello stress e altre soft skill.

I risultati attesi di un project coaching sono diversi e numerosi: conseguimento degli obiettivi di progetto; crescita del team, del suo modo di lavorare, del suo affiatamento e delle sue performance; sviluppo di diverse competenze nelle singole persone del team, compreso lo sviluppo delle leadership. Ultimo ma non meno importante è il sostegno ai processi di cambiamento organizzativo qualora, come spesso accade e di regola funziona in modo efficace, l’organizzazione sia orientata a una strategia di cambiamento che piuttosto che il tradizionale cascading si fondi sulla diffusione di processi, valori, competenze e atteggiamenti soprattutto mediante try&learn, che bene s’invera nella sperimentazione in team di progetto.

C’è un aspetto importante da sottolineare: l’ottimizzazione del tempo. Poiché negli incontri si lavora sul Progetto (e sul modo in cui stiamo lavorando ed apprendendo come team), non dobbiamo chiedere alle persone di trovare tempo nella loro agenda, usiamo il tempo già pianificato per renderlo al meglio. Tutto ciò ancor più con team virtuali che si trovano in un ambiente remoto (piattaforma) di lavoro.

Come si vede il project coaching, anche per la sua duttilità, ben si presta non solo ad essere un metodo utile ed efficace per sostenere obiettivi e prestazioni, efficienza ed efficacia, ma anche e soprattutto per sostenere in modo ad un tempo operativo e strutturale ciò che forse è più difficile a farsi per le organizzazioni: cambiare.

 

(Photo by Ross Findon on Unsplash)

Formazione

Dal Devo al Voglio

Quando le giornate lavorative diventano solo un lungo elenco di obblighi e scadenze, è tempo di fermarsi e ragionare su se stessi, su dove siamo e chi vogliamo essere, come manager e come persone. Significa che è arrivato il momento di sperimentare un percorso di...

Equilibri nello sviluppo manageriale in modalità Agile

Quando si parla di formazione eLearning, spesso la nostra immaginazione va ancora ad un ambiente in cui acquisire conoscenze, applicarle in contesti strutturati, per sviluppare competenze tecniche.La domanda che rimane ancora aperta è: si può utilizzare la modalità...

Intelligenza Emotiva: moda o strumento utile?

C’è chi la considera solo un trend del momento e chi una scienza avanguardista che può offrire alle aziende un vero vantaggio competitivo. L’intelligenza emotiva è uno dei nuovi topic del mondo HR. Ne parliamo con Sergio Leonardi, associate partner Exeo certificato in...

Coaching

Che imprinting avrà il tuo nuovo team?

Nel 1935 l’etologo Konrad Lorenz spiegò al mondo il funzionamento dell’imprinting, ovvero quel singolare meccanismo in base al quale un essere vivente attiva delle forti dinamiche di apprendimento con la prima figura di riferimento che incontra dopo la sua nascita. Lo...

5 ragioni per fare coaching individuale

In un contesto di incertezza come quello che stiamo vivendo, tanti manager ci chiedono se non sia meglio aspettare “tempi migliori” e di maggiore calma per iniziare un percorso di coaching individuale.La verità è che proprio in un momento turbolento si ha la necessità...

E’ tempo di mettere l’agile a sistema

In una situazione di estrema incertezza come quella che stiamo vivendo, l’unica vera certezza è che la stragrande maggioranza delle aziende ha ormai intrapreso un percorso di agile transformation.L’alternanza ufficio e smart working è una realtà dalla quale non si...

Assessment

Quanto conosci le tue persone?

L’assessment manageriale è da sempre uno strumento fondamentale per accompagnare l’evoluzione organizzativa di una impresa. Negli ultimi anni Exeo ha messo a punto un sistema integrato in grado di rendere il processo più agile ed economicamente sostenibile anche in...

L’assessment come porta di ingresso al mondo del lavoro.

Meno peso ai titoli, più valore ai driver motivazionali e alle soft skill. Nei percorsi di assunzione dei giovani, sia nel pubblico che nel privato, si stanno facendo strada diverse metodologie che affiancano alla valutazione del curriculum, la misurazione del...